Governo del territorio, l’ingegnera e prof.ssa Angela Barbanente sul PNRR: “Oggi si troverà in vantaggio chi avrà una buona progettualità”
Questa settimana nel Salento (a Sannicola, in provincia di Lecce) si é tenuto un incontro tematico dal titolo: “La città policentrica”, introdotto da Pippi Nocera, Presidente di “Future Lab”, e moderato dall’architetto Raffaela Zizzari: un’occasione di confronto per trattare di uno dei settori centrali del PNRR, il governo del territorio, nelle sue estrinsecazioni quali la ruralità, l’urbanistica, il paesaggio. Il Presidente Pippi Nocera ha ricordato che tra una ventina di giorni il Parlamento europeo approverà la nuova PAC (Politica Agricola Comune), che introdurrà il recupero della ruralità, in modo da delineare le priorità ai sensi del PNRR, per poter star dentro una competitività territoriale, sulla base degli strumenti a disposizione, come il PUG: «La nostra identità territoriale è spesso utilizzata come mero strumento di richiamo folcloristico ma raramente è recuperata nella sua essenza. Penso che l’adeguamento dei pptr comune per comune siano una iattura, perché il paesaggio non può conoscere fratture come quelle lì inserite».
Sappiamo che di recente, nell’incertezza degli scenari possibili, c’è chi si è dimostrato scettico circa la credibilità delle stesse direttive del PNRR, come ad esempio il presidente di ASSURB, Markus Hedorfer, che ha fatto notare alla stampa come il piano non abbia dato grande importanza alla pianificazione pubblica.
Chi invece saluta con grande entusiasmo il PNRR è l’ex assessora Angela Barbanente, ingegnera e docente di Pianificazione territoriale, che, presente alla conferenza di giovedì 21 ottobre, ha auspicato un governo del territorio da legare indissolubilmente all’integrazione, alla visione di una città policentrica: «Il Mezzogiorno oggi ha una grande opportunità e la sfida alla quale dobbiamo rispondere è nell’innovazione tecnologica, infatti ci sono indizi di nuovi modi di lavorare: noi prima della pandemia ancora non usavamo la firma digitale mentre oggi la usiamo tutti, idem per gli strumenti telematici nelle università. Questi processi sono drammaticamente veloci e se noi non ci facciamo trovare pronti, oggi si troverà in vantaggio chi avrà una buona progettualità. Per questa parte del Salento occorre qualcosa di ampio respiro, occorre investire nelle infrastrutture. Si fa un gran parlare dei problemi circa l’impiego delle risorse per attuare il Pnrr e della burocrazia lenta, ma il nostro punto di debolezza è la mancanza di una prospettiva lunga, condivisa socialmente, che possa attraversare le parti politiche che si alternano al governo e che sia capace di integrare discipline e settori diversi dal punto di vista amministrativo – ha affermato – Non esistono perimetrazioni ottimali del territorio ma una visione di futuro verso qualcosa da condividere e che ci impegniamo a realizzare: questa prospettiva lunga richiede costanza nel portare avanti il lavoro, monitorandolo di volta in volta. D’altronde la xylella è un problema che nessuno di noi immaginava quando elaborammo il piano territoriale regionale, ma lo abbiamo capito col covid che viviamo meno che mai in una realtà nella quale l’incertezza è una cifra del nostro operare e infatti perché si parla tanto di resilienza?! Dobbiamo essere pronti ad affrontare l’imprevisto. E questo naturalmente mette in grande crisi anche la scienza, il mondo della ricerca, quindi non è solo il mondo della politica nell’incertezza.
A prendere la parola poi l’architetto Tiziana Lettere, presidente AIAPP Puglia per 7 anni: «Durante questa pandemia sono successe delle cose sulle quali abbiamo riflettuto, come il tema della prossimità e una nuova percezione degli spazi aperti, perché, se da un lato la tecnologia ci ha fatto sentire vicini chi avevamo lontano, dall’altro è emerso quanto siano fondamentali il verde, gli spazi aperti e quindi ci ha restituito una dimensione più umana. Abbiamo così compreso meglio come gli spazi di prossimità mettano più al centro le relazioni sociali: ognuno di noi nel suo paese ha un piccolo spazio di prossimità col paese accanto, ma bisogna avere un progetto comune, che tenga conto della continuità ecologica e della biodiversità».
Infine, anche l’architetto e urbanista Salvatore Mininanni ha ribadito il concetto di “intercomunalità”, specificando che ogni comune dovrebbe iniziare a rinunciare a un po’ di sovranità per creare integrazione e per dare contenuto alla “resilienza” evocata dal Piano: «Ricordo che l’astronauta Nespoli dallo spazio mandó una cartolina ai salentini, per indicare la vista del Salento dall’alto: un bagliore unico di luci, che somiglia molto alle aree metropolitane di Roma e Napoli e alla pianura padana e questo è emblematico di quanto i nostri comuni siano vicini fra noi. Dobbiamo infine orientare le politiche locali verso l’agricoltura non monocolturale, perché la “Xylella” ci ha fatto capire che non possiamo immaginare soluzioni investendo su una sola materia prima o guardando al solo turismo contemplativo delle belle masserie».