Come spesso accade, non basta la ratio del finanziamento: la normativa frammentata e stratificata crea non pochi paradossi. Partendo da quello oramai storico per l’allocazione di fondi alle Università Meridionali ostacolate nelle graduatorie di assegnazione a causa di risorse e capacità infrastrutturali ridotte rispetto alle grandi Università del Nord, si allarga continuamente il divario territoriale del Paese.
È proprio sulla questione del divario con le importanti risorse stanziate dall’Unione Europea per la realizzazione del rilancio del paese e per l’ammodernamento infrastrutturale dei settori più disparati che si batte il pugno in questi giorni.
Parliamo della pubblicazione della graduatoria (ancora provvisoria) per l’assegnazione dei primi fondi del PNRR indirizzati alle scuole dell’infanzia di aree svantaggiate interviene l’inchiesta realizzata da Marco Esposito per “il Mattino”. Essa pone infatti l’attenzione sull’importanza di meccanismi che rischiano di compromettere una corretta assegnazione dei fondi, creando una disparità reale di opportunità per i territori.
I piccoli comuni del Sud vengono, ancora una volta, scavalcati da alcune aree periferiche di grandi città del Nord (Milano e Torino quelle prese ad esempio) nell’assegnazione dei tanto agognati fondi europei, che dovevano avere come obiettivo trasversale proprio la riduzione del divario Nord – Sud ed il recupero di aree svantaggiate.
Essenziale, dunque, risulta la revisione dei criteri di assegnazione che, attraverso il meccanismo del “cofinanziamento”, tagliano spesso fuori i Comuni più piccoli a favore di aree sì svantaggiate, ma comunque vicine ai grandi poli produttivi di grandi città, soprattutto nel Nord, trovando naturalmente terreno fertile nella ricerca di altri e più cospicui cofinanziamenti.
È appunto il caso di un asilo in un’area periferica della metropoli di Milano che usufruirà dei fondi per un progetto da 3 milioni di euro, scalzando quello del piccolo paese di Venafro, in provincia di Isernia, che non potrà invece realizzare il progetto. Seppure il piccolo comune, preso ad esempio dallo stesso Esposito, avesse ottenuto, per il progetto in sé, un maggior punteggio, il massiccio cofinanziamento del comune di Milano ha finito per oscurare del tutto quello conseguito da Venafro (di appena 3000 euro). Sebbene il Ministero dell’Istruzione provi a tranquillizzare, comunicando che il 54,4% dei 453 progetti è stato assegnato a Comuni del Mezzogiorno, il meccanismo in questione potrebbe di fatto creare nuovi e inaspettati risultati paradossali.
Si tratta infatti di un grave intoppo che deve trovare una soluzione efficace. Fondamentale assicurarsi che le prossime assegnazioni di fondi nell’ambito di bandi importanti, con precise finalità, riescano a sortire gli effetti voluti, salvando così la piena riuscita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’importanza di un’attenta distribuzione dei fondi è fondamentale per ripartire con un Paese unito socialmente ed economicamente, creando opportunità quanto più simili possibili, sia per i cittadini del Nord come per quelli del Centro e Sud Italia.
Proprio lo studio pubblicato da Banca d’Italia, pone l’attenzione sulle prime sfide da affrontare per il corretto indirizzamento della prima tranche di 25 mld di Next Generation EU, concentrandosi specialmente sui divari infrastrutturali (in particolare infrastrutture logistiche e di telecomunicazione), alla base per un rilancio “ad armi pari”.
La chiave, come ribadito da Luca Bianchi, direttore di SVIMEZ, è la “locomotiva” del Centro-Sud senza la quale il polo produttivo Settentrionale si troverebbe nuovamente nel vortice di un’economia sempre più “stanca” e chiusa. Si va quindi delineando un quadro tanto complesso ed articolato, quanto stimolante e strumentale ad uno sviluppo equo e progressivo.