PNRR e PAC: presentato il Piano Strategico Nazionale

La transizione ecologica del settore agricolo, alimentare e forestale in Italia passa per il nuovo Piano Strategico Nazionale, presentato alla Commissione UE il 31 dicembre ed ora in via di valutazione. Il PSN, coordinerà congiuntamente gli interventi dei diversi programmi europei e nazionali nell’ottica di realizzazione della nuova PAC 2023-27 e del Green Deal europeo, una dote complessiva di quasi 10 miliardi di euro provenienti dai fondi europei per lo sviluppo rurale, PNRR e PAC divisi nei due pilastri della Politica Agraria (agricoltura sostenibile e sviluppo rurale) che hanno come punto di congiunzione il rispetto dei 5 eco-schemi nazionali, per la cui realizzazione verrà destinato il 25% dei pagamenti diretti previsti.

Gli interventi

I cinque eco-schemi riguardano: il benessere animale, l’inerbimento delle colture arboree, la salvaguardia degli ulivi, i sistemi foraggeri estensivi e misure specifiche per gli impollinatori (api, farfalle, etc.). Questi schemi opereranno attraverso 26 interventi agro-climatico-ambientali (ACA), di forestazione sostenibile e diversi investimenti per sostegni al reddito ed infrastrutture.

Le priorità strategiche del Piano sono individuate nell’agricoltura e nella zootecnia biologiche, cui corrispondono le voci economicamente più sostanziose. Altri interventi riguarderanno il secondo pilastro della Politica Agraria Comune: lo sviluppo delle aree rurali. Nello specifico, agiranno sullo sviluppo delle aree interne e montane, favorendo le piccole e medie imprese, istituendo anche un Fondo Mutualistico Nazionale per dare solidità economica alle filiere in caso di eventi meteoclimatici catastrofici. Viene inoltre dedicata particolare attenzione alla partecipazione giovanile nel settore agricolo, considerata il vero motore della transizione verde e digitale: viene quindi il sistema di condivisione delle conoscenze europeo (AKIS), strumento innovativo per superare la frammentazione delle conoscenze su tecniche e tecnologie in campo.

Distribuzione dei fondi

I cinque eco-schemi riguardano: il benessere animale, l’inerbimento delle colture arboree, la salvaguardia degli ulivi, i sistemi foraggeri estensivi e misure specifiche per gli impollinatori (api, farfalle, etc.). Questi schemi opereranno attraverso 26 interventi agro-climatico-ambientali (ACA), di forestazione sostenibile e diversi investimenti per sostegni al reddito ed infrastrutture.

Le priorità strategiche del Piano sono individuate nell’agricoltura e nella zootecnia biologiche, cui corrispondono le voci economicamente più sostanziose. Altri interventi riguarderanno il secondo pilastro della Politica Agraria Comune: lo sviluppo delle aree rurali. Nello specifico, agiranno sullo sviluppo delle aree interne e montane, favorendo le piccole e medie imprese, istituendo anche un Fondo Mutualistico Nazionale per dare solidità economica alle filiere in caso di eventi meteoclimatici catastrofici. Viene inoltre dedicata particolare attenzione alla partecipazione giovanile nel settore agricolo, considerata il vero motore della transizione verde e digitale: viene quindi il sistema di condivisione delle conoscenze europeo (AKIS), strumento innovativo per superare la frammentazione delle conoscenze su tecniche e tecnologie in campo.

I fondi raccolti dal Piano Strategico verranno così ripartiti tra i diversi interventi:

  • 1,5 miliardi per gli interventi agro-climatici-ambientali (ACA)
  • 500 milioni per interventi di forestazione sostenibile
  • 650 milioni per interventi produttivi, non produttivi ed infrastrutturali con finalità ambientali
  • Un totale di 2,5 miliardi di euro all’agricoltura biologica
  • 1,8 miliardi dedicati alla zootecnia, preservando il benessere animale, contrastando l’abuso dei farmaci veterinari
  • 330 milioni per lo sviluppo delle buone pratiche zootecniche nelle aree rurali
  • 70 milioni per la gestione degli effluenti zootecnici
  • 1250 milioni complessivi da mobilitare in sostegni al reddito dei giovani agricoltori.

Il Ministro Patuanelli spiega l’importanza dei giovani per il settore primario, considerandoli gli unici in grado di raccogliere “le sfide ambientali lanciate in particolare dal Green Deal europeo e dalla Farm to Fork strategy”.

Il Presidente di Coldiretti, Prandini, sottolinea l’importanza di uno sviluppo tecnologico nel primo settore e di come il digitale costituisca uno strumento di valorizzazione dei territori e di ripresa economica: “la banda larga arrivi anche nelle aree interne e renda agevole per i neo agricoltori sfruttare le innovazioni tecnologiche”, favorendo così l’attrattività e la ripresa economica delle aree interne, ad oggi fortemente svantaggiate.

Testo del Piano Strategico Nazionale

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Autore

  • Progettista industriale e Consulente Fundraising per startup, studioso della filiera agroalimentare e specializzato nelle Tecnologie 4.0. Fermamente convinto delle potenzialità del Mezzogiorno e promotore di una crescita sostenibile

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