Il primo ottobre scorso, in streaming dal Rettorato dell’Università del Salento, il Professor Luigi Nicolais, consulente per le politiche della ricerca della Ministra Maria Cristina Messa e Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche fino al 2016, spiega, attraverso le sue esperienze, le sfide da raccogliere e le opportunità che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può offrire al Paese ed in particolare ai ricercatori del Sud.
Il Professor Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento, introduce l’argomento sulle importanti opportunità che il Piano offre, spiegando come la Ricerca e la formazione siano centrali nello sviluppo dei progetti e di come sia fondamentale informarsi e collaborare in maniera orizzontale con tutto il territorio. Egli infatti puntualizza che “abbiamo 3 anni per realizzare i numerosi progetti che dovranno susseguirsi per riuscire ad investire coscientemente i soldi assegnati al Piano di Ripresa italiano ed altrettanti in cui dovremo dimostrare i risultati che andranno apportando.”
Parole importanti che aprono la trattazione di Nicolais, specifica ed accurata, sulle opportunità che la valorizzazione della ricerca dovrà svolgere nel raggiungimento dei target e dei milestones che compongono le 6 missioni proposte da Next Generation EU.
Investire sulla ricerca, una scommessa rischiosa ma necessaria alla crescita.
Partendo da una disamina schietta, il Professor Nicolais spiega come, seppur i fondi finora assegnati non abbiano dato i risultati attesi, in particolare al Sud, le opportunità da cogliere sono molte ed è necessario sviluppare un approccio di condivisione e collaborazione per raggiungere i risultati della Missione 4 del PNRR (applicazione delle scienze e della ricerca alla nuova green economy).
Procede dunque con un’analisi particolareggiata dei meccanismi che si attivano nel campo della ricerca, spiegando i processi che la portano dalla “scoperta” all’innovazione vera e propria, considerando quest’ultima come base della capacità di sviluppo economico-culturale del Paese nel mondo. Vede, infatti, come fondamentale da sfruttare, il collegamento fra le due principali istituzioni europee del mondo della ricerca l’European Research Council (che si pone l’obiettivo finale di gestire la ricerca per aumentare la conoscenza) e l’ European Innovation Council (che cura l’applicazione delle ricerche, creando innovazione e concreta capacità di spinta).
“La ricerca non è un investimento sicuro, né nei risultati né nei costi, ma costituisce di fatto la maggiore opportunità su cui puntare per il PNRR” spiega Nicolais, evidenziando come le tecnologie a cui si è approdati alla fine di un laborioso percorso di ricerca, siano fra i temi maggiormente considerati dal Piano e, seppur non sia di fatto certo per ciascun investimento il conseguimento di un risultato identificabile in un determinato prodotto, vale comunque la pena rischiare di investire nel tentativo costante e tenace di creare le tecnologie necessarie al raggiungimento degli obbiettivi.
Riguardo al Technology Transfer come valore aggiunto ad ogni investimento, il Professore Nicolais porta esempi lampanti di tecnologie già affermate, come le Intelligenze Artificiali ed i Big Data, passando per l’autoproduzione 3D applicata a scopi medici, per poi illustrare come sia fondamentale la ricerca per una produzione ecosostenibile dell’idrogeno, necessaria e strumentale al concreto raggiungimento dei risultati proposti dall’European Green Deal per l’efficientamento ecologico della filiera agroalimentare.
Si palesa, ancora una volta come in un Paese come il nostro in grado di creare e dare valore alle nuove tecnologie, sia fondamentale far funzionare le istituzioni.
Conclude, infatti, puntualizzando su come sia necessario collegarle secondo procedure sinergiche, costituendo così percorsi virtuosi in una rete efficiente di enti, imprese e soggetti, privati e pubblici (attraverso l’intervento fattivo di professori e studenti, passando attraverso il coinvolgimento del personale tecnico) che siano in grado di investire e generare valore.