La “Global Reporting Initiative” (GRI), che in italiano può essere tradotta come “Iniziativa Globale per la Rendicontazione”, è un’organizzazione internazionale no profit che ha sviluppato a partire dal 1997 degli Indicatori Universali per la redazione del bilancio di sostenibilità, a integrazione della rendicontazione ambientale, economica e sociale delle organizzazioni.
Tali Linee Guida forniscono un riferimento per la rendicontazione delle performance ESG (Enviromental, Social, Governance) e hanno l’obiettivo di delineare un quadro dettagliato su come le aziende, pubbliche e private, grandi e piccole dovrebbero raccogliere, elaborare e divulgare le informazioni sull’impatto delle proprie prestazioni ambientali, sociali e di governance per fornire il proprio contributo allo sviluppo sostenibile.
Il framework degli standard GRI, seppur ideato per le imprese no profit, ha portata generale ed è applicabile a organizzazioni di ogni tipologia e dimensione o specifico settore di attività (imprese, amministrazioni pubbliche o organizzazioni no profit).
A partire dal 1 gennaio 2023 è utilizzabile la nuova la versione degli Standards GRI. La Global Reporting Initiative ha infatti pubblicato la traduzione in italiano dei GRI Standards 2021, ovvero la versione aggiornata rispetto alla precedente del 2016 (si ricordano le principali edizioni: 2002, 2006, 2011, 2016, 2021).
Tra le principali innovazioni troviamo: un aumento della trasparenza e una semplificazione degli standard per consentire un più facile utilizzo, un allineamento degli standards GRI ai principi guida dell’ONU sui diritti umani, alle linee guida OCSE sulla due diligence, l’introduzione di una precisazione di concetti chiave quali Stakeholder, Impatto, Temi Materiali e Due Diligence.
I GRI Standards sono strutturati secondo un sistema modulare così articolato:
- Standard Universali (c.d. Universal Standards), applicabili a tutte le organizzazioni e rappresentano le fondamenta del processo di rendicontazione e la metodologia da seguire;
- Standard di Settore (c.d. Sector Standards), si applicano a settori mirati (indicatori di performance ambientale, economica, sociale);
- Standard Specifici (c.d. Topic Standards), ossia un elenco di informative per la rendicontazione riferite a temi materiali identificati.
A livello europeo lo scorso 31 luglio 2023, sono stati approvati dalla Commissione Europea gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) che rappresentano la versione europea di standard per la rendicontazione ESG delle aziende.
La Commissione europea, EFRAG e GRI hanno collaborato accuratamente per garantire l’allineamento tra gli standard ESRS e gli standard GRI, al fine di promuovere l’interoperabilità globale degli stessi.
Gli standard GRI e gli ESRS presentano tuttavia talune differenze.
Gli Standard GRI sono volontari e seguono il principio della c.d. “materialità d’impatto”, secondo il quale il report deve coprire argomenti che riflettono gli impatti delle attività aziendali sugli aspetti sociali, economici, ambientali e per gli stakeholder.
Gli Standard ESRS saranno vincolanti a partire dal 2024 per le grandi aziende e per le aziende quotate nell’Unione Europea e seguono il principio della “doppia materialità” (“finanziaria” e “d’impatto”). Le aziende sono pertanto tenute a considerare gli impatti delle loro attività sulla performance finanziaria oltre che su società, ambiente e comunità in generale.
In ambito internazionale il 26 giugno 2023 sono stati pubblicati inoltre dall’International Sustainability Standards Board (ISSB) i principi IFRS S1 e IFRS S2, standard di rendicontazione regolati a livello globale validi sia per le aziende che per gli investitori in materia di ESG.
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