Il rilancio della filiera agroalimentare italiana, fiore all’occhiello della nostra economia, passa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Epicentro delle due Transizioni (Verde e Digitale) e nodo critico della recente crisi geopolitica, la filiera agroalimentare prevede un’iniezione di 4,9 miliardi di euro fra Fondo Complementare e PNRR.
Il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali), guidato dal Ministro Stefano Patuanelli, è il principale gestore delle risorse dirette al settore agroalimentare.
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Gli interventi del Mipaaf
I 4,9 miliardi gestiti dal Mipaaf sono ripartiti in azioni chiave per lo sviluppo del settore. L’investimento più cospicuo è dedicato alla logistica, cui sono destinati oltre 2 miliardi di euro, seguito dalla produzione di energia pulita nelle aziende agricole. La misura “parco agrisolare” conta infatti su investimenti per 1,5 miliardi di euro destinati all’autoconsumo energetico delle aziende agroalimentari, considerate fra le più energivore in Italia. Completano il quadro le misure di efficientamento e riduzione degli sprechi idrici, per 880 milioni di euro, e 500 milioni per innovazione e meccanizzazione.
I primi risultati
Il PNRR prende spunto proprio dai dati del 2019 forniti dal World economic forum, che vedevano l’Italia al diciottesimo posto per infrastrutture logistiche fra i paesi europei, per programmare gli interventi di efficientamento necessari alla logistica agroalimentare. Non solo lo sviluppo economico viene influenzato dall’inefficienza logistica, ma anche e soprattutto il lato ecologico e qualitativo del prodotto risentono delle complicate condizioni dei trasporti nel Paese. Oggi l’Italia, dopo due anni di PNRR (grazie alla M2C1, investimento 2.1), è salita al nono posto per qualità delle reti di trasporto fra i paesi europei aderenti a Next Generation EU, dimostrando una forte determinazione ed un corretto indirizzamento dei fondi a disposizione.
Con il recente investimento sui parchi agrisolari, si punta all’efficientamento energetico delle aziende agricole che oggi contano un peso medio del 20% per il consumo di energie da fonti non rinnovabili. Per far ciò il PNRR prevede, nell’investimento 2.2 della M2C1, la rimozione delle coperture in amianto, un efficientamento dell’areazione per gli stabili destinati agli allevamenti e l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici.
Oltre questi obbiettivi risulta importante anche quello di ridurre l’impatto ambientale della produzione agricola. La misura M2C1I2.3 – Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare punta a sostenere l’ammodernamento del parco automezzi e l’introduzione di soluzioni innovative alternative all’uso dei pesticidi. L’obbiettivo è quello di ridurne l’utilizzo del 25%-40% a seconda dei settori.
Questi investimenti verranno diretti in particolare verso il settore olivicolo, anch’esso strategico nel panorama agricolo italiano, per il quale il 31 marzo è stato pubblicato direttoriale che stanzia 100 milioni di euro per questo specifico settore.
Di fondamentale importanza è la misura M2C4, che nell’Investimento 4.3 per una migliore gestione dei sistemi irrigui. Questo punta a combattere i gravi problemi di riduzione e sospensione di erogazione dell’acqua potabile, in particolare nel Mezzogiorno. L’inefficienza e la carenza di manutenzione delle infrastrutture idriche causano perdite d’acqua comprese fra il 45% ed il 55% e calcolando oltre 1700 giorni di gravi disagi in 11 comuni meridionali (Istat 2020).
Le prossime scadenze
Ormai alla soglia della chiusura del primo semestre del 2022 (secondo anno del PNRR), abbiamo da osservare le 13 scadenze di rilevanza europea (cioè quelle su cui si baseranno le verifiche dei tecnici di Bruxelles). Fra la più immediate quelle del sistema irriguo e del parco agrisolare, che dovranno essere completate entro fine anno. Inizia a muoversi anche la macchina per i contratti di filiera, che vedrà investimenti per oltre 2 miliardi di euro, dei quali 900 milioni sono già stati assegnati al Mipaaf tramite delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), lo scorso 15 febbraio.
‹‹Gli agricoltori devono trasformare più rapidamente i loro metodi di produzione e utilizzare al meglio nuove tecnologie, in particolare attraverso la digitalizzazione, per ottenere migliori risultati ambientali, aumentare la resilienza climatica e ridurre e ottimizzare l’uso dei fattori produttivi.›› (Commissione Europea, comunicazione sulla strategia dal produttore al consumatore)