Fare finanza sostenibile vuol dire associare ad un rendimento economico e finanziario un vantaggio socialmente condiviso grazie alla riduzione dei rischi ambientali e delle disuguaglianze.
Le imprese in tale contesto svolgono un ruolo fondamentale.
Le piccole e medie imprese operanti sul territorio nazionale generano oltre il 70% del fatturato del nostro paese e impiegano più dell’80% dei lavoratori. Inoltre, secondo un’indagine condotta da CNA sono responsabili di oltre il 60% delle emissioni di gas serra.
Attualmente solo le grandi imprese devono rispettare alcuni obblighi ESG e sono tenute a stilare il reporting non finanziario, il quale rappresenta una rendicontazione in cui vengono evidenziate alcune informazioni riguardanti:
- Il modello organizzativo e gestionale dell’azienda;
- Le politiche messe in atto in merito ad aspetti ambientali e sociali;
- I risultati di queste azioni;
- La gestione dei rischi ESG;
- Gli indicatori di prestazioni aziendali per le attività non finanziarie.
In tale direzione il vero cambiamento potrebbe essere quello di coinvolgere anche le PMI nel processo di misurazione, trasparenza e comunicazione della sostenibilità e utilizzare tali informazioni per ottenere un vantaggio competitivo.
Le imprese che creano un bilancio sulla sostenibilità ottengono maggiore fiducia dai propri stakeholders e questo, come un effetto domino, le potrebbe avvantaggiare nell’accaparrarsi capitali nazionali ed europei per la realizzazione dei loro progetti.
L’obbligo per le PMI di rendere note le informazioni per la sostenibilità è previsto per il 2026 ma potrebbero agire anche volontariamente seguendo queste linee guida
Rendicontazione di sostenibilità per le informazioni non finanziarie