Lo scorso 25 novembre si è svolto presso la Biblioteca Comunale “F. T. Gnoni” di Tuglie un importante evento intitolato “Il ruolo delle Società Benefit per la valorizzazione del patrimonio culturale”. Questo evento ha rappresentato un’occasione importante per riflettere su come lo sviluppo economico possa integrarsi con la tutela del territorio e l’innovazione sostenibile. Attraverso il contributo di istituzioni, imprenditori, professionisti e cittadini, si è avviato un dialogo fondamentale per il futuro del Salento e, più in generale, delle comunità locali italiane.
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Un confronto ricco di spunti per il territorio
Ad aprire i lavori la Dott.ssa Arianna Stefanelli Presidente della Compagnia del Libro, che coordina i lavori della biblioteca e ha presentato gli ospiti. In primo luogo, l’incontro ha messo al centro l’importanza del dialogo con il territorio. Grazie alla presenza di relatori autorevoli, tra cui Silvia Romano (Sindaca di Tuglie), Fabio Pollice (Magnifico Rettore dell’Università del Salento), Antonio Gabellone (Consigliere regionale della Puglia), Marco Sponziello (Presidente dell’Associazione Next EU), Roberto Marti (Imprenditore e Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Lecce) e il Filosofo Mario Carparelli in veste di moderatore, è stato possibile esplorare diversi aspetti legati all’imprenditoria innovativa e sostenibile.
Inoltre, la discussione non si è limitata a una semplice analisi teorica. Al contrario, i partecipanti sono stati stimolati a immaginare nuovi modelli imprenditoriali capaci di coniugare profitto, sostenibilità e valorizzazione del territorio. È proprio in questo contesto che è emersa l’idea di creare un Distretto Benefit a Tuglie e nei comuni limitrofi convogliando in queste comunità modelli d’impresa innovativi e sostenibili quali le Società Benefit, un progetto che potrebbe fungere da esempio per altre realtà italiane.
Una visione condivisa: fare impresa e fare rete
Un aspetto fondamentale del dibattito è stato l’insistenza sull’importanza di fare rete. In altre parole, è stato sottolineato come le piccole e medie imprese (PMI) possano rafforzarsi attraverso la collaborazione e la condivisione di obiettivi comuni. Le PMI italiane, descritte durante l’evento come una “meraviglia imprenditoriale identitaria e distintiva”, sono state indicate come il fulcro di questa trasformazione.
Di conseguenza, il modello delle Società Benefit, che integra finalità economiche con obiettivi sociali e ambientali, è stato riconosciuto come un’opportunità concreta per innovare. Inoltre, l’applicazione dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) è stata vista non solo come una tendenza globale, ma anche come uno strumento pratico “bottom up” per rendere le imprese più resilienti e competitive.
Un progetto ambizioso: il Distretto Benefit
A questo proposito, la proposta di creare un Distretto Benefit rappresenta una svolta significativa. Tale distretto, composto da imprese che operano secondo i principi delle Società Benefit, potrebbe diventare un modello di sviluppo integrato. Attraverso questo sistema, infatti, si potrebbero generare sinergie tra le imprese locali, le istituzioni e il mondo accademico, con il fine di valorizzare il patrimonio culturale e naturale del territorio.
Non è un caso che, durante l’incontro, si sia parlato anche di finanza climatica. In particolare, è stato ribadito che questa non debba essere appannaggio esclusivo delle multinazionali o degli accordi globali come la COP29. Al contrario, l’evento ha voluto evidenziare come la gestione della finanza climatica possa partire dal basso, con il coinvolgimento diretto delle PMI italiane.
L’importanza delle parole chiave: sostenibilità, innovazione, territorio
Nel corso della discussione, è emerso chiaramente come il concetto di sostenibilità debba essere strettamente legato a quello di innovazione. Questo non significa solo adottare nuove tecnologie, ma anche ripensare i modelli di business in modo da includere il territorio come risorsa imprescindibile. È stato proprio questo approccio olistico a caratterizzare l’intero evento, rendendolo un’occasione preziosa per stimolare gli animi a fare impresa in modo nuovo.
Grazie al contributo di figure come Fabio Pollice, che ha sottolineato il ruolo della conoscenza e della formazione, Marco Sponziello che ha portato esempi pratici di aziende locali Benefit, Antonio Gabellone e Silvia Romano che hanno ribadito il sostegno delle istituzioni locali e regionali, si è compresa l’importanza di creare un ecosistema collaborativo. Inoltre, l’intervento di Roberto Marti che ha manifestato l’impegno futuro delle PMI da lui rappresentate di cui già tantissime portando avanti progetti innovativi e sostenibili.
Un modello replicabile per tutta l’Italia
L’evento ha rappresentato molto più di un momento di confronto. Infatti è stato un invito a trasformare le idee emerse in progetti reali, capaci di incidere concretamente sul territorio. La proposta del Distretto Benefit si inserisce in questa prospettiva e si candida a diventare un modello replicabile in tutta Italia.
Attraverso il dialogo, la collaborazione e la condivisione di esperienze, Tuglie, il Salento e la Puglia si pongono come avanguardie di un nuovo modo di fare impresa.
Il futuro, dunque, si costruisce con il coraggio di innovare, ma anche con la volontà di fare rete, mettendo sempre il territorio al centro di ogni progetto.