La conferenza COP29 a Baku si è chiusa con risultati controversi. Nonostante alcuni progressi, come l’introduzione di nuovi obiettivi finanziari e la definizione di meccanismi per i mercati del carbonio, molte sfide restano aperte. In questo articolo analizziamo i temi centrali della COP29 e cosa aspettarsi per il futuro della lotta al cambiamento climatico.
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Nuovi Obiettivi per la Finanza Climatica
La finanza climatica è il flusso di fondi destinati a sostenere azioni volte a mitigare il cambiamento climatico, adattarsi ai suoi impatti e promuovere una transizione sostenibile. Comprende contributi pubblici e privati, investimenti nazionali e internazionali, e strumenti innovativi come obbligazioni verdi. Serve a supportare i Paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni di gas serra, nell’adattamento agli impatti climatici e nella gestione delle perdite e danni. È una componente fondamentale dell’Accordo di Parigi per raggiungere gli obiettivi globali sul clima. Tuttavia, l’accesso ai fondi e il loro utilizzo equo restano sfide aperte.
Uno dei risultati più significativi della COP29 è stato l’aggiornamento degli obiettivi finanziari. Dopo anni di stallo sui 100 miliardi di dollari annui, è stato fissato un nuovo target di 300 miliardi entro il 2035. Si punta a mobilitare complessivamente 1.300 miliardi all’anno, coinvolgendo investimenti pubblici e privati. Tuttavia, i Paesi in via di sviluppo hanno criticato l’assenza di una chiara roadmap per garantire che questi fondi raggiungano le comunità più vulnerabili.
Fondi per perdite e danni (Loss and Damage)
- La COP29 ha discusso l’operatività del Fondo per Perdite e Danni, istituito alla COP27, che mira a risarcire i Paesi che subiscono impatti climatici devastanti, come eventi meteorologici estremi o innalzamento del livello del mare.
- Uno dei temi chiave è stato garantire che questo fondo sia adeguatamente finanziato e che i Paesi beneficiari possano accedere rapidamente alle risorse.
Non è chiaro quale parte di questi fondi sarà destinata specificamente al Fondo “Loss & Damage”.
Bilancio Globale e stato degli impegni climatici
Il primo Global Stocktake, avviato nel 2023, ha fornito un’analisi chiara sullo stato degli impegni climatici. Nonostante l’importanza strategica di questa revisione, i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sono stati giudicati insufficienti. A COP29, molti nodi sono stati rinviati al 2025, lasciando irrisolte questioni cruciali legate agli NDC (Contributi Determinati a livello Nazionale).
Mitigazione e transizione energetica
Sul fronte della mitigazione, COP29 ha deluso le aspettative. Non sono stati stabiliti nuovi obiettivi ambiziosi per il taglio delle emissioni di CO2 né è stato affrontato il tema dell’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Questo rappresenta un passo indietro rispetto agli allarmi lanciati dall’Emissions Gap Report 2024. Tuttavia, è stata riaffermata l’importanza di rafforzare gli impegni entro il 2030 per contenere il riscaldamento globale entro 1.5°C.
Adattamento e inclusività: il Piano di Baku
La COP29 ha posto maggiore enfasi sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Il Piano di Baku per l’adattamento ha introdotto nuovi indicatori per monitorare i progressi e rafforzare la resilienza delle comunità vulnerabili. Particolare attenzione è stata dedicata alla parità di genere e all’inclusione sociale, elementi considerati essenziali per garantire politiche di adattamento efficaci e sostenibili.
Mercati del Carbonio: innovazioni e sfide dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi
Finalmente è stato completato il pacchetto negoziale dell’Articolo 6, che regola i mercati del carbonio. Sono stati introdotti meccanismi per garantire la trasparenza delle transazioni e promuovere progetti di riduzione delle emissioni. Tuttavia, permangono perplessità sul rispetto dei diritti umani e sulla supervisione di alcuni progetti. Questo tema sarà monitorato con particolare attenzione nei prossimi anni.
Trasparenza e NDC
La trasparenza è stata al centro dei negoziati della COP29, con l’introduzione di nuove Linee Guida per le Relazioni Biennali. Questi rapporti, che dovranno essere presentati a partire dal 2024, mirano a migliorare la rendicontazione delle emissioni e dei progressi sugli NDC.
NDC è l’acronimo di Nationally Determined Contributions (in italiano, Contributi Determinati a Livello Nazionale). Si tratta di documenti chiave nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul Clima, che definiscono gli impegni volontari presi dai singoli Paesi per ridurre le emissioni di gas serra e per adattarsi ai cambiamenti climatici.
La nuova piattaforma di supporto per i Paesi in via di sviluppo rappresenta un passo avanti per favorire una maggiore equità.
Giusta Transizione e Politiche di Genere
Il dibattito sulla Giusta Transizione ha evidenziato profonde divisioni tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo. La necessità di una transizione equa e inclusiva è stata ribadita, ma mancano impegni concreti per garantire il supporto finanziario alle comunità più colpite. Inoltre, il programma decennale sulle politiche di genere è stato rinnovato, ma restano lacune importanti, soprattutto nella protezione delle donne attiviste.
Biodiversità, Clima e Sostenibilità
La COP29 ha sottolineato il legame inscindibile tra biodiversità, clima e sviluppo sostenibile. Iniziative come il Trio di Rio puntano a integrare questi aspetti nelle politiche globali, ma manca ancora un filone negoziale specifico che li affronti in modo organico. Questo sarà un tema chiave per le future conferenze sul clima.
Prospettive per la COP30
La COP30, che si terrà a Belém, in Brasile, sarà un banco di prova fondamentale. Tra i temi da affrontare ci sono l’aumento delle ambizioni per il 2030, la definizione di meccanismi per la finanza climatica e una maggiore integrazione tra clima, biodiversità e commercio. Le aspettative sono alte, ma la strada verso una piena implementazione dell’Accordo di Parigi rimane irta di ostacoli.